21 GENNAIO 1921 - 2013
92° ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL
PARTITO COMUNISTA D'ITALIA (21-1-1921 / 1943)
Questa pagina contiene immagini del 1921 e 1924, e 4 documenti o parte di documenti. 2 parti di articoli da Ordine Nuovo, qui di seguito riprodotti e i 10 punti di oggi 21-1-2012
L'Ordine Nuovo, settimanale (1919-1920), quotidiano (1921-1922) e rassegna (1-3-1924/1925) riedito da NICOLA TETI EDITORE
Consigliamo la lettura de IL PIANO INCLINATO (a proposito del 1943) e meno, con riserve notevoli e diffuse, al testo multivolume di Spriano
1921-2013 - I PARTITI COMUNISTI SORGONO SEMPRE PER NECESSITA', QUANDO SI TOCCA IL FONDO, PER NECESSITA' RIVOLUZIONARIA, E NON PER DECISIONE LIBRESCA
Ordine Nuovo, Rassegna settimanale di cultura socialista
Anno I, n.17 - 6 settembre 1919
PERCHE' SIAMO COMUNISTI
Nell'ultima prefazione al Manifesto dei Comunisti, nel 1890, Federico Engels spiegava perché egli e Marx avessero scelto quel titolo. ",,, Quella parte di lavoratori che, esperta dell'insufficienza di semplici rivoluzioni politiche, chiedeva una trasformazione radicale della società, quella si chiamava allora (nel 1847) comunista. Era un comunismo appena abbozzato, (...). Nel 1847 "socialismo" significava un movimento borghese, "comunismo" un movimento operaio.E poiché noi fin d'allora eravamo ben decisi nell'idea che "l'emancipazione dei lavoratori deve essere opera della classe lavoratrice", è chiaro che non potevamo rimanere in dubbio un istante sulla scelta fra i due nomi".
(...).
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1919 - FIAT occupata - la commissione operaia dirigente
1920 Gramsci e i dirigenti della frazione comunista
LA PREFIGURAZIONE DELLA ROTTURA CON I SOCIALISTI RIFORMISTI E NEO REVISIONISTI CHE A LIVORNO NEL 1921 DETTE LA NASCITA AL PARTITO COMUNISTA. NON E' STATA UN ALAMBICCO DI BORDIGA, MA UN LUNGO PROCESSO DI LOTTA DI CLASSE CHE SI E' FORGIATO NELLE OCCUPAZIONI DELLE FABBRICHE, NELLA NASCITA DEI CONSIGLI OPERAI, NELLA LOTTA DI CLASSE CHE RIFERIVA AL SOCIALISMO IN COSTRUZIONE DEI SOVIET IN UNIONE SOVIETICA. ALTRO CHE BARZELLETTE DI FALSI RIVOLUZIONARI DA BARACCONE O DA UNIVERSITA' BORGHESE-LATRINA DEL SAPERE.
1924
MARZO 1924 Nuova serie n.1 "Ordine Nuovo, Rassegna di politica e di cultura operaia"
"Capo"
(a poco più di un mese dalla morte del compagno Lenin, causa gli effetti postumi di un attentato di una anarchica)
Ogni Stato è una dittatura. Ogni Stato non può non avere un governo, costituito da un ristretto numero di uomini, qualunque sia la classe dominante, si porrà il problema di avere dei capi, di avere un "capo". Che dei socialisti, i qual dicono ancora di essere marxisti e rivoluzionarim dicano poi di volere la dittatura del proletariato, ma di non volere la dittatura dei "capi", di non volere che il comando si individui, si personalizzi; che si dica, cioè, di volere la dittatura, ma di non volerla nella sola forma in cui è storicamente possibile, rivela solo tutto un indirizzo politico, tutta una preparazione teorica "rivoluzionaria".
Nella quistione della dittatura proletaria il problema essenziale non è quello della personificazione fisica della funzione di comando. Il problema essenziale consiste nella natura dei rapporti che i capi o il capo hanno col partito della classe operaia, nei rapporti che esistono tra questo partito e la classe operaia: - sono essi puramente gerarchici, di tipo militare, o sono di carattere storico e organico ? Il capo, il partito, sono elementi della classe operaia, sono una parte della classe operaia, ne rappresentano gli interessi e le aspirazioni più profonde e vitali, o ne sono un'escrescenza, o sono una semplice sovrapposizione violenta ? Come questo partito si è formato, come si è sviluppato, per quale processo è avvenuta la selezioen degli uomini che lo dirigono ? Perché è diventato il partito della classe operaia ? E' ciò avvenuto per caso ? Il problema diventa quello di tutto lo sviluppo storico della classe operaia, che lentamente si costituisce nella lotta contro la borghesia, registra qualche vittoria, subisce molte disfatte; e non solo della classe operaia di un singolo paese, ma di tutta la classe operaia mondiale, con le sue differenziazioni superficiali eppure tanto importanti in ogni momento separato, e con la sua sostanziale unità e omogeneità.
Il problema diventa quello della vitalità del marxismo, del suo essere o non essere la interpretazione più sicura e profonda della natura e della storia, della possibilità che esso all'intuizione geniale dell'uomo politico dia anche un metodo infallibile, uno strumento di estrema precisione per esplorare il futuro, per prevedere gli avvenimenti di massa, per dirigerli e quindi per padroneggiarli.
Il proletariato internazionale ha avuto ed ha tuttora un vivente esempio di un Partito rivoluzionario che esercita la dittatura della classe: ha avuto e non ha più, malauguratamente, l'esempio vivente più caratteristico ed espressivo di chi sia un capo rivoluzionario, il compagno Lenin.
Il compagno Lenin è stato l'iniziatore di un nuovo processo di sviluppo della storia, ma lo è stato perché egli era anche l'esponente e l'ultimo più individualizzato momento, di tutto un processo di sviluppo della storia passata, non solo della Russia, ma del mondo intero. Era Egli divenuto per caso il capo del partito bolscevico ?
(...)
La selezione è durata trent'anni, è stata faticosissima, ha spesso assunto le forme più strane ed assurde.
(...)
Ha ripreso in Russia nella lotta per avere la maggioranza del proletariato, nella lotta per comprendere e interpretare i bisogni e le aspirazioni di una classe contadina innumerevole, dispersa su un immenso territorio. Continua tuttora, ogni giorno, perché ogni giorno bisogna comprendere, prevedere, provvedere. Questa lotta è stata una lotta di frazioni, di piccoli gruppi, è stata una lotta individuale, ha voluto dire scissioni e unificazioni, arresti, esilio, prigione, attentati: è stata resistenza contro lo scoraggiamento e contro l'orgoglio, ha voluto dire soffrir la fame avendo a disposizione dei milioni d'oro, ha voluto dire conservare lo spirito di un semplice operaio sul trono degli zar, non disperare anche se tutto sembrava perduto, ma ricominciare, con pazienza, con tenacia, mantenendo tutto il sangue freddo e il sorriso sulle labbra quando gli altri perdevano la testa.
Il Partito Comunista Russo, col suo capo Lenin, si era talmente legato a tutto lo sviluppo del suo proletariato russo, a tutto lo sviluppo, quindi, della intiera nazione russa, che non è possibile neppure immaginare l'uno senza l'altro, il proletariato classe dominante senza che il Partito Comunista sia il Partito del governo e quindi senza che il Comitato Centrale del Partito sia l'ispiratore della politica del governo; senza che Lenin fosse il capo dello Stato.
(...)
Un'altra quistione si presenta. E' possibile, oggi, nel periodo della rivoluzione mondiale, che esistano "capi" fuori dalla classe operaia, che esistano capi non-marxisti, i quali non siano legati strettamente alla classe che incarna lo sviluppo progressivo di tutto il genere umano ?
Abbiamo in Italia il regime fascista, abbiamo a capo del fascismo benito mussolini, abbiamo una ideologia ufficiale in cui il "capo" è divinizzato, è dichiarato infallibile, è preconizzato organizzatore e ispiratore di un rinato Sacro Romano Impero. Vediamo stampato nei giornali, ogni giorno, decine e centinaia di telegrammi di omaggio delle vaste tribù locali al "capo".... Vediamo le fotografie: la maschera più indurita di un viso che abbiamo visto già nei comizi socialisti. Conoscevamo quel viso: conosciamo quel roteare degli occhi nelle orbite che nel passato dovevano, per la loro ferocia meccanica, far venire i vermi alla borghesia e oggi al proletariato.
(...)
benito mussolini ha conquistato il governo, e lo mantiene con la repressione più violenta e arbitraria. Egli non ha dovuto organizzare una classe, ma solo il personale d'ordine di una amministrazione. Ha smontato qualche congegno dello Stato, più per vedere com'era fatto e impratichirsi del mestiere che per una necessità originaria. La sua dottrina è tutta nella maschera fisica, nel roteare degli occhi entro l'orbite, nel pugno chiuso sempre teso alla minaccia...
Roma non è nuova a questi scenari polverosi. Ha visto Romolo, ha visto Cesare Augusto e ha visto, al suo tramonto, Romolo Augustolo.
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(il primo e il terzo ciclo della testata sono stampati dal compagno Teti Nicola editore, recentemente scomparso, casa editrice tuttora viva e orientata nella fascia di sinistra del revisionismo italiano attuale)
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I dieci punti su cui nasce il PCd’Italia nel 1921, sulla base delle ventuno condizioni poste
dall'internazionale Comunista per l’adesione all’Internazionale guidata da Lenin. Noi ci
riconosciamo in questi dieci punti
1921-2012
1921
Il Partito Comunista d'Italia (Sezione dell'Internazionale Comunista) è costituito sulla base
dei seguenti principi.
1. Nell'attuale regime sociale capitalistico si sviluppa un sempre crescente contrasto fra le
forze produttive ed i rapporti di produzione, dando origine all'antitesi ed alla lotta di classe
tra il proletariato e la borghesia dominante.
2. Gli attuali rapporti di produzione sono protetti dal potere dello Stato borghese, che,
fondato sul sistema rappresentativo della democrazia, costituisce l'organo per la difesa degli
interessi della classe capitalistica.
3. Il proletariato non può infrangere né modificare il sistema dei rapporti capitalistici di
produzione, da cui deriva il suo sfruttamento, senza l'abbattimento violento del potere
borghese.
4. L'organo indispensabile della lotta rivoluzionaria è il partito politico di classe. Il Partito
comunista, riunendo in sé la parte più avanzata e cosciente del proletariato, unifica gli
sforzi delle masse lavoratrici, volgendoli dalle lotte per gli interessi di gruppi e per risultati
contingenti alla lotta per la emancipazione rivoluzionaria del proletariato; esso ha il
compito di diffondere nelle masse la coscienza rivoluzionaria, di organizzare i mezzi
materiali d'azione e di dirigere nello svolgimento della lotta il proletariato.
5. La guerra mondiale, causata dalle intime insanabili contraddizioni del sistema
capitalistico; le quali produssero l'imperialismo moderno, ha aperto la crisi di disgregazione
del capitalismo, in cui la lotta di classe non può ché risolversi in conflitto armato tra le
masse lavoratrici ed il potere degli Stati borghesi.
6. Dopo l'abbattimento del potere borghese, il proletariato non può organizzarsi in classe
dominante che con la distruzione dell'apparato statale borghese e con la instaurazione dello
Stato basato sulla sola classe produttiva ed escludendo da ogni diritto politico la classe
borghese.
7. La forma di rappresentanza politica nello Stato proletario è il sistema dei Consigli dei
lavoratori (operaie contadini), già in atto nella rivoluzione russa, inizio della rivoluzione
proletaria mondiale e prima stabile realizzazione della dittatura proletaria.
8. La necessaria difesa dello Stato proletario, contro tutti i tentativi contro-rivoluzionari,
può essere assicurata solo col togliere alla borghesia ed ai partiti avversi alla dittatura
proletaria ogni mezzo di agitazione e di propaganda politica, e con l'organizzazione armata
del proletariato per respingere gli attacchi interni ed esterni.
9. Solo lo Stato proletario potrà sistematicamente attuare tutte quelle successive misure
d'intervento nei rapporti dell'economia sociale con le quali si effettuerà la sostituzione del
sistema capitalistico con la gestione collettiva della produzione e della distribuzione.
10. Per effetto di questa trasformazione, economica e delle conseguenti trasformazioni di
tutte le attività della vita sociale, eliminandosi la divisione della società in classi, andrà
anche eliminandosi la necessità dello Stato politico, il cui ingranaggio si ridurrà
progressivamente a quello della razionale amministrazione delle attività umane.
2013
UNDICI punti per l’unità dei comunisti per il Partito
Il Partito Comunista che è necessario costruire deve essere
1. fondato sul patrimonio storico del movimento comunista del proletariato, attraverso il riconoscimento, l'approfondimento, l'impadronirsi del marxismo-leninismo-maoismo, e della comprensione delle sue tre tappe fondamentali;
2. basato sulla linea di massa, sulla centralità operaia, identificato in quanto reparto d’avanguardia organizzato della classe operaia e basato su una corretta analisi di classe della formazione economico-sociale in cui ci si trova sia internazionale che nazionale.
3. basato sul patrimonio fondativo del Partito Comunista d'Italia di Antonio Gramsci.
4. basato sui tre strumenti della Rivoluzione, Partito, Esercito, Fronte, applicando la strategia della guerra popolare prolungata sfociante nell’insurrezione delle masse dirette dal Fronte unito al cui interno e nelle cui varie articolazioni la linea venga decisa attraverso il confronto la lotta e l'unità nei Consigli del Popolo - Assemblee - Comitati di base, di lotta e di agitazione presenti tra le masse stesse.
5. un partito di tipo nuovo che attui una completa rottura nel campo dell’ideologia, della teoria, della organizzazione, della pratica con l'opportunismo di destra e di sinistra, con l'opportunismo falsamente movimentista, con lo spontaneismo e l'individualismo antiPartito, con il settarismo, il gruppettarismo, le cricche, i gruppi familiari, il revisionismo vecchio e nuovo;
6. che sia dedito alla costruzione dell'Internazionale Comunista in particolare attraverso il contributo dei partiti comunisti impegnati nelle guerre popolari;
7. che combatta attivamente l’economicismo e l’eclettismo teorico-politico nel movimento comunista italiano;
8. che sappia far vivere al suo interno la lotta ideologica attiva e la lotta tra le due linee e attuare il centralismo democratico, alla luce delle esperienze negative che nel nostro campo ci sono state;
9. che sia trasparente nella sua direzione, anche se non attaccabile dal nemico che nega le fondamentali libertà al proletariato, e al cui interno sia bandita ogni forma di culto della personalità e di direzione slegata dalla conduzione dello scontro con la borghesia e le istituzioni ad essa asservite;
10. che sappia muoversi per tappe, riconoscendo la prima tappa ed il valore di nuova democrazia autenticamente diretta dalla classe operaia e proletaria ed autenticamente dal basso, di una rivoluzione in un paese dominato da un regime sostanzialmente fascista ed antidemocratico, riconoscendo la seconda tappa ed il valore di programma popolare di transizione di una rivoluzione che sappia costruire passaggi di trasformazione nella conduzione stessa dello scontro, riconoscendo la terza tappa e la prassi di una guerra popolare di riconquista, che si dia come inizio sin dall'avvio della prima tappa, ma il cui dispiegamento sia legittimato ed irrefrenabile nel riconoscimento da parte delle masse del passaggio rivoluzionario, riconoscendo la quarta tappa nel rovesciamento della borghesia al potere e nell'instaurazione di una Repubblica Socialista dei Consigli del Popolo su scala nazionale, in unità e sinergia con la trasformazione rivoluzionaria in corso in tutto il mondo, verso il comunismo, nel passaggio, indipendente dal tempo, che la Umanità produrrà solo ora-allora verso il comunismo.
11. che ci liberi finalmente del revisionismo e dei suoi orrendi strascichi borghesi organizzati nel culto dello Stato e del potere borghese.