FAVOLE E REALTA'

"Liberazione" di giovedì 19 novembre relaziona i lettori sullo andamento
della direzione nazionale di Rifondazione del giorno precedente, e lo fa con un
articolo a pagina 6 firmato da Beatrice Macchia.
All'interno si dà la notizia  della scelta, da parte di questo organo
dirigente rifondarolo, di proseguire decisamente sulla strada che porta alla
costituzione della "Federazione della sinistra": questo sarà il nome della
nuova formazione che nascerà dalla unione di Rifondazione, Pdci, Socialismo
2000 e Lavoro e Solidarietà; così, di primo acchito, ci viene da fare alcune
osservazioni.
Primo. dalla dizione originaria della Federazione spariscono i termini
"anticapitalista e di alternativa": ci domandiamo cosa abbia spinto i soci
fondatori a questo maquillage che, in tutta evidenza, non può essere soltanto
formale.
Secondo. Anche i sedicenti comunisti delle aree dell'Ernesto e di Essere
Comunisti accettano di sacrificare l'aggettivo qualificativo, in nome di non si
sa bene cosa, auto convincendosi - lo dichiara il bolognese Leonardo Masella
dell'Ernesto -  che <la Federazione sarà il contrario dell'Arcobaleno che
nasceva governista e contro i due partiti comunisti>: ci chiediamo come faccia
questo signore a sostenere una posizione del genere, quando anche in questo
caso il sostantivo sinistra non è sostenuto da un aggettivo che lo qualifichi e
lo renda meno neutro e asettico.
Terzo. Si avvera il vero progetto originario del Pastore valdese: sciogliere
Rifondazione in una indistinta formazione di sinistra.
Insomma: chi ha creduto alle favole raccontate dal nativo di Pomaretto
all'ultimo congresso - circa il rafforzamento del partito in chiave identitaria
- è servito.

Torino, 19 novembre 2009


Stefano Ghio - Torino