OPPORTUNISTI

 

"il manifesto" del 18 aprile, a pagina 2, rendiconta - lo

fa Alessandra Fava - della situazione tesa che c'è nella

federazione genovese rifondarola.

Chi scrive conosce bene la storia di quella che, da sempre,

è una realtà atipica nel quadro nazionale post PCI

revisionista; nei primi anni di vita di Rifondazione questa

era una delle pochissime realtà in mano ad esponenti

trotzkisti: quando a livello nazionale imperversava Armando

Cossutta, che si dilettava ad additare come "settario"

chiunque non la pensasse come lui, qui la segreteria

politica vedeva la prevalenza di elementi provenienti da

Dp, mentre quella tecnica era affidata a due simpatizzati

ferrandiani.

Al congresso del 1994 c'è stato il cambio della guardia ai

vertici politici provinciali, con il burrascoso passaggio

dalla segreteria di Emma Oniboni a quella di Nedo Parolini,

esponente proveniente dalle file del vecchio PCI

revisionista che tenta di 'normalizzare' la situazione

escludendo i 'settari' per inserire al loro posto fidati

cossuttiani.

Forse sarà un caso, ma da quel momento inizia la parabola

discendente delle sorti del partito dell'(in)Fausto - nel

frattempo cooptato nel Prc, come segretario nazionale, da

Cossutta: Parolini dura ben poco, viene sfiduciato dal

Comitato politico federale (Cpf) ed, al suo posto, viene

eletto segretario Giordano Bruschi, ex partigiano già

figura di spicco della federazione del PCI revisionista.

Nel 1998 avviene la scissione del Pdci, che vede circa il

30 per cento del partito abbandonare le file rifondarole

per seguire Cossutta nella sua nuova avventura: a seguito

della fuoriuscita di Pinocchio (così era simpaticamente

soprannominato Bruschi da parte di alcuni, per il vezzo di

raccontare bugie o mezze verità alle riunioni del Cpf) la

segreteria politica finisce nelle mani di Bruno Pastorino,

allora esponente dell'area di Bandiera Rossa, in seguito

diventato fervente seguace dell'(in)Fausto.

Ma la 'maledizione' che perseguita questa federazione

locale continua: anche Pastorino viene sfiduciato, nel

2007, dal Cpf a causa della sua 'allegra' gestione

finanziaria e politica; al suo posto, visto che il Cpf

stesso non riesce ad accordarsi su un nome da proporre come

nuovo responsabile politico, viene inviato dal centro l'ex

responsabile nazionale del dipartimento culturale, il

milanese Mirko Lombardi, che diviene il commissario 'pro

tempore'.

Negli ultimi tempi, però, anche Lombardi si trova a dover

fronteggiare una notevole opposizione interna: circa l'80

per cento degli iscritti non lo riconosce più come

responsabile politico, e chiede a gran voce la convocazione

immediata del congresso straordinario, tanto più urgente in

quanto successivo alla disfatta elettorale.

Quello che ci infastidisce è che, a guidare i rivoltosi

cosiddetti 'autoconvocati', sia il capogruppo in regione

Liguria - il geometra Vincenzo Nesci detto Marco - che, in

tutti questi passaggi burrascosi della vita di Rc-Se, si è

sempre schierato opportunisticamente con chi reggeva, di

volta in volta, le sorti del partito, in ultimo con il

Tappo di Bari; oggi, ancora una volta opportunisticamente,

si schiera contro la segreteria nazionale, avendo ben

compreso che la resa dei conti è vicina e magari così

salverà il suo ruolo anche con i nuovi dirigenti.

 

Torino, 18 aprile 2008