STANNO EVAPORANDO

Siamo quasi alla ufficializzazione: Rifondazione sta
esalando l'ultimo respiro; dopo la "grana" dei vendoliani
datata 22 settembre - la fuoriuscita di alcuni illustri
esponenti provinciali di Torino, avvicinatisi al Ps, ma
siamo a conoscenza di simili manovre in molte parti di
Italia - è scoppiato un altro caso.
A renderlo noto è M.Ba., a pagina 5 del "manifesto" del 24
settembre, nel suo pezzo sulla festa nazionale della
componente Essere Comunisti, quest'anno di scena a Gubbio
(PG).
L'occasione è un dibattito che vede il nuovo responsabile
del dipartimento Organizzazione di Rc-Se dialogare con il
segretario del suo partito e quello del Pdci.
Durante la discussione, Claudio Grassi - che è anche
coordinatore dell'area interna alla maggioranza ferreriana -
 afferma che <a dieci anni dal '98 la separazione tra
Rifondazione e Pdci non ha più senso e bisogna ricreare un
unico partito comunista>.
Gli risponde entusiasticamente Oliviero Diliberto,
segretario del Pdci, che esclama che il suo partito <è
pronto da ieri>.
Dal canto suo, l'ex ministro valdese è tutt'altro che
contento, ovviamente, visto che a tre mesi dalla sua
vittoria al congresso di Chianciano Terme si trova con due
pezzi della nuova maggioranza - Essere Comunisti e
L'Ernesto - che sono già con le valigie in mano pronti a
traslocare nel progetto dei sedicenti Comunisti uniti, e
teme così un clamoroso ribaltone a favore di Niki Vendola
ed i suoi che hanno sì perso il congresso, ma solo perché
tutti gli altri si sono uniti per sbarrargli la strada.
Con il suo 47,5 per cento, tolta a Ferrero quella grossa
fetta di partito rappresentata dai sedicenti comunisti, il
presidente della regione Puglia rischia seriamente di
riprendere in mano Rifondazione.
Ma c'è uno scenario se possibile ancora peggiore per il
seguace di Pietro Valdo: se continua così, tra scissioni
alla luce del sole - come quella dei sedicenti comunisti -
e mascherate (quella silenziosa dei tanti vendoliani che in
questi giorni stanno abbandonando la 'nave che affonda'),
rischia di restare sì il segretario, ma di un partito che
nei fatti non esiste più.
Ci sovviene una vignetta letta sul libro, dell'ex sindaco
di Torino Diego Novelli, "Com'era bello il mio Pci": un
omino, evidentemente un attivista del Pci revisionista -
rispondendo alla domanda di un altro signore che gli
chiede: "Anche tu fuoriuscito dal Pci?" - afferma: "Macché,
io ero qui fermo ed il partito mi è evaporato intorno".

Torino, 24 settembre 2008


Stefano Ghio - Torino