Traduzione dell’Editoriale di Sol Rojo nr.54



Alla fine di questo primo quarto di secolo, il vecchio e marcio sistema imperialista di sfruttamento e oppressione sta affondando sempre più rapidamente nella sua crisi generale ed ultima, mentre la situazione rivoluzionaria in sviluppo ineguale nel mondo si acuisce in mezzo all'offensiva strategica della rivoluzione proletaria mondiale. Il genocidio imperialista-sionista in Palestina, come parte del genocidio imperialista contro tutti i popoli oppressi, insieme alla completa degenerazione economica, ideologica e politica dell'imperialismo; la rapida fascistizzazione degli Stati reazionari e il bellicismo disperato per cercare di uscire dalla loro crisi; tutto questo sta risvegliando il proletariato e le masse lavoratrici, non solo nel terzo mondo ma anche nei paesi imperialisti. Di fronte a questa situazione, è innegabile che la contraddizione principale oggi nel mondo è la contraddizione tra l'imperialismo e i popoli oppressi; contraddizione che nel presente panorama determina come tutte le altre contraddizioni si esprimono e si sviluppano.
La situazione attuale, e specialmente per il forte movimento globale per la Palestina e contro l'imperialismo, rivela con piena chiarezza davanti alle masse il ruolo nero del revisionismo come agente dell'imperialismo all'interno delle file del popolo. Il revisionismo in tutte le sue varianti, parlamentari o extraparlamentari, riformisti o cosiddetti "rivoluzionari", partecipano direttamente alla politica bellica e alla sanguinaria propaganda di guerra dell'imperialismo, avendo il compito reazionario di mobilitare le masse al servizio di una o dell'altra superpotenza o potenza nella guerra di ripartizione tra loro. Di fronte al genocidio in Palestina, i revisionisti sono complici nel sostegno diretto o indiretto del prodotto imperialista lo stato di "Israele", condannando la giusta ed eroica lotta armata della resistenza palestinese e promuovendo i genocidi "accordi di pace" e la "soluzione a due stati". Allo stesso modo, i revisionisti di ogni ceto partecipano - con il pretesto di "combattere l'islamismo" o "difendere la democrazia" - alle campagne scioviniste e razziste dell'imperialismo contro i popoli oppressi e le nazioni oppresse che in qualche modo resistono all'imperialismo e al suo genocidio.
Di fronte alla fascistizzazione degli Stati reazionari, i revisionisti o la negano, cercando fanaticamente di convincere le masse che vivono ancora in "democrazie" e che quindi devono obbedire alle leggi della reazione, o riconoscono la minaccia del fascismo solo per ingannare le masse rivoluzionarie e progressiste affinché si uniscano e si sottomettano ad altre frazioni della classe dominante, in un presunto «fronte unico» per difendere la "democrazia" (quando in realtà tutte queste frazioni della borghesia imperialista promuovono e partecipano alla fascistizzazione). L'essenza del revisionismo, sia che i suoi rappresentanti si definiscano "socialisti democratici", trotskisti, anarchici o addirittura usino spudoratamente l'etichetta di "maoismo", è servire l'imperialismo; difendere l'imperialismo contro i suoi nemici, il proletariato internazionale
e i popoli oppressi.

Di conseguenza, la lotta implacabile contro il revisionismo è una necessità indispensabile non solo per mantenere la rotta della rivoluzione in ogni paese, ma anche per mantenere la rotta del movimento globale anti-imperialista emergente e svilupparla ulteriormente. Per quanto riguarda le lotte di liberazione nazionale, sia in Palestina o in qualsiasi paese oppresso, la contraddizione principale tra la nazione oppressa e l'imperialismo non nega il carattere decisivo della lotta di classe, della contraddizione tra proletariato e borghesia, per lo sviluppo della lotta nazionale. Invitiamo i comunisti del mondo a riaffermarsi nell'applicazione concreta dei principi per il Fronte unico proposti dal marxismo-leninismo-maoismo, principalmente il maoismo e i contributi universali del Presidente Gonzalo; di costruire il Fronte di liberazione nazionale come un fronte di tutte le classi del popolo sotto la direzione del proletariato attraverso il suo partito comunista militarizzato. Un fronte con indipendenza, autodecisione e autosostentamento per porre fine allo sfruttamento e all'oppressione imperialista completamente, continuare la rivoluzione come rivoluzione socialista e marciare con le rivoluzioni culturali fino al nostro obiettivo finale il comunismo.